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INEDITO

VIAGGI AL CONFINO DEI SOGNI

SCHEDA

Titolo:Il titolo contiene l’essenza e il senso di questo lavoro letterario corposo e impegnativo, in cui l’autrice compie la ricerca dei valori fedeli alla luce e s’imbatte nel contrario di essi e in ciò che va nella direzione del “confino” dei sogni.
Genere: È letteratura di viaggio quella che si dipana tra la geografia fisica, politica e umana di inummrevoli latitudini mondiali e la “geografia” comportamentale, psichica e spirituale dei personaggi raccontati.
Stile: L’opera Viaggio al confino dei sogni, ha lo stile del romanzo-diario di viaggio arricchito dal taglio del dossier letterario e impreziosito da conoscenza antropologica profonda e musicalità poetica inarrestabile.
Contenuti/messaggio: È un diario singolare in ognuna delle sue righe, che contengono veri e propri scoop imprevisti e imprevedibili di ricchezze e di miserie, di segreti e di misteri umani e geografici e di tesori antropologici già scomparsi o in via di estinzione. Si tratta di un lavoro in cui il viaggio attraverso varie coordinate geografiche passa attraverso le escoriazioni del cuore continuamente stordito dal dolore della doppia faccia degli eventi e dei personaggi e dal simbolico continuo tintinnare silenzioso dei trenta denari di Giuda. È una lotta continua tra le lacerazioni causate da ciò che ferisce la coerenza e la bellezza del fluire umano e dei luoghi e l’Amore grande, vero, invincibile e immortale, che scalpita, si dibatte negli spazi angusti e duole, finché esplode, libero, e sfugge alle pastoie umane, infine.

La protagonista raggiunge luoghi lontanissimi, dimensioni straordinarie, culture altre e ricchezze inesauribili di conoscenza. Paga, però, a caro prezzo ognuno dei tesori che il suo spirito colleziona, passando attraverso le barriere taglienti della catarsi dolorosa che la separa dalla serenità interiore e dalla fiducia nel genere umano, in primis, e nel suo sposo generoso, galante, gentile, sensibile e amato da tutti, in ultima analisi, poiché la serie illimitata di traditori seriali della lealtà e dell’amore, che ha osservato nel suo peregrinare per il mondo, le hanno infettato il cuore, rendendolo titubante, sospettoso, sfiduciato, insicuro e dolorante. Attraverso le lame taglienti della ricerca geaografica, etnologica, antropologica, intimistica e dolorosamente umana, la protagonista, approda, infine a un orizzonte libero (e più ampio degli orizzonti replicanti africani, ad anfiteatro mesmerizzante) ove i veli dei segreti dolenti, inseguiti a fil di respiro per tutta la vita, si sollevano e le consentono di vedere le verità misteriose da sempre ignorate. La gioia e il dolore si fondono con gli addii frammentati nelle risate dei bambini e nei tuguri brulicanti di campanelle e di pascoli africani che per sempre canteranno a Virgilia: “Mimi ninasikitika” (io sono molto triste) e che dal suo cuore evocheranno la stessa corrispondenza di amorosi sensi: “Ninasikitika mimi pia” (anch’io sono molto triste).
Il teatro d’azione di questo romanzo – diario è il mondo, con tutte le sorprendenti meraviglie, le glorie e gli squallori che ne connotavano le latitudini infinite e che, con tutte le identità umane di riferimento, sono rimaste vive soltanto nelle pagine di questo libro…
Una donna e un uomo compiono un viaggio, che si svolge geograficamente e con documentabile perfetta identificazione. La ricerca e le catarsi delle varie occasioni narrative non hanno limitazioni di tempo e di distanze. È il filo della memoria e delle assonanze -similitudini a creare le pregnanze concettuali.

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