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FICHI ACERBI ARROSTITI

SCHEDA

Titolo: È l’Africa segreta e misteriosa a creare le condizioni in cui la protagonista ritrova, nella sua infanzia europea, il ricordo che riconduce all’anamnesi lontana del titolo di questo libro originale e diverso per “ingredienti” e per struttura della sua “identità”.

Genere: La narrazione delle vite romanzate è l’impalcatura su cui s’innesta la doviziosa ricchezza delle mappe di Africa ancora inedita e sconosciuta e da cui deriva la connotazione della fiction di viaggio.
Stile: Lo stile elegiaco, non avulso da un epos sempre in agguato, è adatto a un pubblico che ami la storia e l’avventura in terre lontane e che non disdegni il sogno di una vita vissuta per qualcosa che valga più della vita stessa.

Contenuti/messaggio: Veri e propri talismani assolutamente sconosciuti e capaci di cambiare la vita e i segreti, che l’Africa tribale difendeva con guerrieri numerosi come le stelle del cielo, si annidano nelle pagine di questo libro, che segue una legge tutta sua, tra i particolari poco edificanti dell’Africa bianca degli stranieri, le identità dell’Africa nera e saggia dei villaggi tribali ignoti al mondo e le aberrazioni di un’Africa metropolitana snaturata da un guazzabuglio di abiezione, pratiche disumane e ramificazioni mortali delle ciclopiche globalizzazioni del peggio mondiale. La geografia umana contemporanea e futura di questa storia fuori dagli schemi, facendo da scandaglio ai misteri dell’animo umano, scende tra le miserie e gli orrori e ne riemerge arricchita dall’amore per l’amore e dall’armonia che ne deriva.

Ginevra è una donna bianca in carriera. Vive nel Kaduna State nigeriano, con sua figlia Arianna, e ha una casa anche in Abuja, dove suo marito Luigi gestisce una ditta di costruzioni. Scopre un segreto che la traumatizza. Chiude la mente e il cuore a quel segreto dolente e a Luigi e vive per sua figlia e il suo lavoro, dove si barcamena tra le disonestà e le tangenti varie della sua Africa lavorativa bianca e nera. Non dà peso alle voci su certi orrori africani finché rischia lei stessa di finire squartata. È la figura paterna dello steward Cornelius a fare da perno al menage familiare di Ginevra e di sua figlia Arianna. Un lungo soggiorno, in pieno bush, nel villaggio di Cornelius, svela alle due un’Africa segreta dalla quale ritornano spaventate, arricchite e con una visione più saggia della vita. Una telefonata sconvolge la serenità apparente e porta Ginevra a fare i conti con il suo segreto, a scoprire un secondo segreto e a cadere in una delle trappole agghiaccianti del juju trasformato in cult. Proprio quando non ha scampo Ginevra viene salvata e riceve in dono una formula che la proteggerà per sempre. Qualcosa che Ginevra vede innesca una catarsi senza ritorno nella sua anima e nella sua vita e la spinge verso il sogno di ridare dignità ai derelitti. La storia di Ginevra è anche un viaggio in un’Africa del futuro che non ha sconfitto i vecchi endemici mali, ancora e sempre pronti a minacciare l’innocenza e la vita. Una tensione mai priva di elegia è il monumento con cui la “Nigeriana bianca” scrive il finale a sorpresa della sua vita e di questa storia sicuramente non scontata. Questa storia dai corposi reportage geografici e sociali, è un dossier inedito , sconosciuto e scioccante, che nulla ha a che vedere con il noir.

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