LE FIABE O, MEGLIO, “FIABAVOLE”, SONO SOLO PER
BAMBINI?
La
fiaba è la dimensione parallela, quella in cui abitano, camminano, pensano, soffrono, gioiscono e, in altre
parole, vivono gli alter ego umani e, perciò, non necessariamente deve evitare i riferimenti ai luoghi geografici
e alle nozioni a essi legate. È una realtà ai confini di quella realtà che cade
sotto i sensi umani, ma non per questo è meno reale, perché, se fosse vera la
teoria che individua la realtà individuale non in quella esterna ma in quella
che vive nella mente e nell’inconscio, il mondo delle favole non sarebbe altro che il mondo vero di chi le favole le porta nella mente e nel cuore. Le
fiabe, dunque, non sono appannaggio solo delle prime fasi dell’età evolutiva ma del bambino di pascoliana memoria, quello che abita in ogni essere
umano. Ciò non è affatto strano ma logico, invece, e lo è tanto di più per chi
conosce, ama e aiuta a crescere i
bambini nel sacrosanto rispetto della loro dignità di esseri umani completi, che hanno un corpo piccolo ma un’anima antica. Sono i corpi e le menti che
devono crescere e apprendere le strategie della salute psichica, fisica e
spirituale (ovvero della sana alimentazione senza sbilanciamenti pericolosi,
della serenità “sine qua non”, fatta di quel rispetto e quell’equilibrio
necessari allo sviluppo dell’autonomia individuale consapevole di quella
altrui, che è la base della vita, e della capacità di elevarsi e di commuoversi
di fronte alla bellezza). Le anime, che pur nascono complete e abitate dalla scintilla
soprannaturale, sono comunque in sintonia con la salute del corpo e della
mente. I bambini sono portatori di un acume istintivo e di una saggezza
primordiale intatta non ancora devastata dalle contorte cosmesi mediatiche,
sociali, e commerciali. Sanno valutare, giudicare, pesare e catalogare persone
ed eventi, anche se, dotati di innocenza, sono indifesi, deboli, inermi e anche
plagiabili. I bambini sono la gloria
della terra, il vanto degli esseri umani, il valore massimo e magnifico di cui
gli adulti si siano mai occupati. Sono
i detentori della sopravvivenza e del futuro. Sono la cosa più bella che Dio
abbia dato agli uomini. Sono la salvezza e la condanna dell’umanità (che
deve pensare molto bene a che cosa- come- quando- quanto- dove dà- fa- dice ai
bambini)… Su ogni bambino, la Divina Provvidenza pone un cartello scritto a
caratteri accecanti: “Maneggiare con responsabilità e amore sine fine, perché
ne renderete conto a Dio”. I bambini non sono proprietà dei genitori né di
nessuno: sono creature complete necessarie al mondo e come tali vanno amati,
rispettati, riveriti e formati. Sono proprio i bambini coloro che amano le
fiabe; fiabe e bambini sono strettamente legati tra loro, perciò chi ama i
bambini non può non amare le favole e non coltivarle per loro. Solo per loro,
poi? Non abbiamo detto che i corpi crescono e le anime sono antiche? Se così è,
ogni adulto ha in sé la stessa anima che aveva da bambino. Ogni adulto, dunque,
è un bamino dal corpo cresciuto, un bambino cui le fiabe non possono dispiacere
o, forse, un bambino che ha dimenticato le fiabe e che può, in qualsiasi
momento, tornare ad amarle, perché esse non sono altro che un raggio di sole
sparato a getto gentile là dove i contorni troppo rigidi proiettano ombre poco
permeabili alla luce. Mamme, papà, insegnanti, adulti tutti, adolescenti e
bambini, amate le fiabe, leggetele, scrivetele, diffondetele, sparate i vostri
raggi di sole a getto gentile su tutte le zone d’ombra che attendono quel poco
di sole che basti a scaldarle… Buona favolaaaaaa/ buona vita! (Da Prefazione a Il regno delle aurore magiche-
Dudu & Dudina)
L’ADULTO
DEVE TRATTARE
IL
BAMBINO COME TRATTEREBBE
IL
FIGLIO DI UN RE
AFFIDATO
ALLE SUE CURE,
perché
questo è ciò che i bambini sono: figli di Dio, il più grande dei re/ Colui al
quale ogni genitore e ogni adulto che interagisce con i bambini risponderà del
suo operato.
E…
certo è, come la nascita e la morte, che
i
torti, gli abusi, i soprusi, i crimini
commessi
contro i bambini
sono
i peggiori, i più efferati, i più odiosi, i più imperdonabili
e
orribili compiuti dagli esseri umani,
perché
ciò che ferisce l’INNOCENZA
macchia di orrore la purezza accecante di
ciò che è divino.
LE
RESPONSABILITÀ DELL’ADULTO
I bambini sono degli adulti in miniatura.
Coloro che si occupano di loro, a qualsiasi titolo, non possono e non devono
prescindere da questa consapevolezza. Ciò vuol dire che non possono e non
devono servirsi della loro superiorità di adulti ma confrontarsi con il bambino
da mente a mente, da cuore a cuore, da intelligenza a intelligenza, da
sensibilità a sensibilità, con cautela e con estremo rispetto. Vuol dire che
devono rispettare la sovranità di individuo del bambino e non devono
prevaricare usando la loro forza fisica chiaramente e sproporzionatamente
superiore.
L’adulto giusto è coerente ma anche duttile, elastico e accomodante
quanto equilibrato e non fa come gli aggrada solo perché ha “il potere”
completo, che va dalla forza fisica alle possibilità economiche e sociali.
Soprassiede, quando il comportamento del bambino supera i “livelli di guardia”,
e usa tattiche diversive e mai invasive ed eccessive e non nasconde la propria
rigidità dietro la scusa che il bambino “non vada imbrogliato” e “debba” essere
ragionevole. L’adulto giusto, in qualunque veste si occupi di bambini, ricorda
sempre che il bambino non è ragionevole, anche se si comporta come se lo fosse,
non lo è per suo diritto di età, non lo deve essere, ha il diritto di essere
bambino e di essere trattato come tale, ha, in altre parole, il diritto di fare
i capricci.
L’adulto
equilibrato, che sia reale o descritto nelle fiabe, non “spezza” il bambino,
decidendo per lui e facendogli la violenza della costrizione, solo perché ne ha
la forza e tutte le possibilità, ma gli dà la possibilità di giungere alla
giusta conclusione da solo e, entro i giusti argini protettivi, i minuti, le
ore, i giorni, i mesi e gli anni necessari ad ampliare la finestra attraverso
cui i suoi piccoli occhi vedono il mondo.
Evitando di
esercitare la sua superiorità con l’uso della forza aggravato dall’apparente
indifferenza e condiscendenza e improntando i suoi interventi correttivi alla
coerenza e al rispetto, l’adulto previene l’insorgere di reazioni di protesta
eclatante e violenta nel bambino. Tali reazioni sono piuttosto naturali, dal
momento che infliggergli una sconfitta cocente con atteggiamento sorridente e
“comprensivo” aggiungerebbe la beffa alla violenza, la goccia fatidica che
andrebbe ad accrescere la rabbia per il mancato riconoscimento della protesta e
del torto subito, per il diritto al chiarimento disatteso e ridicolizzato e, dulcis in fundo, per le coccole che il
bambino gradisce e che, comunque, non sanno impedire alla rabbia repressa di
divenire una cicatrice dell’inconscio e di imprimere al suo carattere delle
svolte inevitabili. Ci sono violenze che l’adulto probabilmente commette
inconsapevolmente ma che potrebbero avere delle aggravanti senza
giustificazione e mortificare il bambino in maniera indelebile, come nel caso
in cui, per esempio, gli si concedesse
di mangiare tutte le schifezze possibili e poi, di colpo, in una circostanza
particolare, gli si strappasse l’oggetto del desiderio dalle mani nel momento
più sbagliato, facendogli fare brutta figura proprio mentre lui sfoggia il suo fascino in presenza di
estranei.
LE
RESPONSABILITÀ DI CHI SCRIVE LIBRI PER BAMBINI
Le mortificazioni inflitte ai minori “dal vivo” sono, in
ogni caso, riconosciute e considerate riprovevoli, non auspicabili e anche
perseguibili, al contrario delle vere e proprie violenze perpetrate sulla
psiche dei bambini da certi sedicenti “scrittori” di materiale dannoso e
pericoloso a tutti gli effetti. Il fatto che le violenze psichiche causate da
certe pubblicazioni chiamate impropriamente “fiabe” o libri per bambini e
adolescenti passino in cavalleria e restino impunite è di una gravità
inaccettabile. Chi scrive per l’età evolutiva ha una responsabilità
moltiplicata per il numero di minori che potrebbero usufruirne, poiché,
attraverso i messaggi insiti nelle parole e nel comportamento dei personaggi, va a incidere nella psiche
infantile pericolosamente, quasi quanto il comportamento di coloro che vivono
nella sfera vitale del bambino stesso.
Lo scrittore per infanzia, preadolescenza e adolescenza
non può e non deve usare la “forza” della parola scritta in modo spropositato e
dannoso, proprio come i genitori e gli educatori non possono e non devono
imporsi usando la loro forza fisica. Deve preoccuparsi di dotarli di messaggi
proporzionati all’età o infliggerà agli animi in formazione delle violenze
inconsce, proprio come l’adulto che non tenga conto delle urla, delle proteste
e della ribellione estrema dei minori e imponga loro la sua volontà sollevandoli
di peso e affermando la sua superiorità con gesti di prevaricazione gravissima.
I messaggi sbagliati, da qualunque fonte provengano, non passano invano nella
psiche dell’età evolutiva e lasciano delle scie terribili che nessuno sa dove
possano incistarsi e in quali fasi della vita possano esplodere, proprio come
delle bombe a orologeria.
Lo scrittore di fiabe e di libri per minori raggiunge la
psiche assetata di conoscenza propedeutica alla crescita da una posizione di
privilegio, creando dei modelli di vita, degli alter ego che possono interagire
pericolosamente con la forma mentis in evoluzione. Deve, perciò, essere consapevole
di tale responsabilità e, proprio come l’adulto che vive a diretto contatto con
i minori, non può e non deve pensare di “educare” con esempi dannosi.
La fiaba e i libri per minori in generale sono la dimensione
parallela, quella in cui abitano, camminano, pensano, soffrono, gioiscono e, in
altre parole, vivono gli alter ego dei minori, perciò, devono proporre
contenuti che siano linfa vitale per la psiche in formazione e mai, in
assoluto, personaggi ed eventi sadici, contorti o, peggio, scabrosi.
LE
RESPONSABILITÀ DI ISTITUZIONI E EDITORIA
Le Istituzioni (ivi incluse la scuola, le biblioteche e
la famiglia), che sono chiamate a vegliare sull’incolumità psichica e mentale
dei minori, oltre che su quella fisica, devono operare una selezione severa sul
materiale editoriale di stampa, video, audio loro destinato. L’editoria sia
generale che di settore dovrebbe rivedere i criteri spregiudicati e privi di
regole morali o di limiti di sorta che l’hanno invasa da quando il profit ha
preso il sopravvento su quanto restava dei pilastri orientativi alimentati
dalle radici pioniere ancora sane. Dovrebbe vegliare sul materiale editoriale
destinato ai bambini e ai minori tutti e, se proprio non può fare a meno di
evitare quello creato da individui psicopatici, che inventano personaggi sadici
nei confronti di animali e di creature viventi sia pure immaginarie o con
terribili inclinazioni, dovrebbero stornarle verso i giusti “contenitori” e
impedire che sporchino e lacerino la sacrosanta innocenza che spetta
all’infanzia e i sereni spazi mentali e psichici in cui preadolescenza e adolescenza
meritano di vedere sbocciare la giovinezza. Coloro che, invece di fornire ai vivai
del futuro l’elegia sicura e rassicurante in cui effettuare le ricognizioni
della loro crescita globale, turbano la psiche infantile spacciando per favole
delle ignominie spaventose e minano la dirittura gioiosa della mente adolescenziale
con pubblicazioni obbrobriose, feriscono l’umanità nella sua parte più indifesa
e tenera e ne menomano i germogli del futuro.
Benvengano le fiabe,
quelle giuste,
alias: benvengano le pubblicazioni adatte
ai minori di tutte le razze planetarie,
le pubblicazioni che trasformano il mondo
da luogo che uccide i sogni in luogo che i sogni li
alleva,
li cresce e li ospita nei cuori,
nelle case, nelle città e
nelle nazioni piccole e grandi, vicine e lontane.
(Da PostFAZIONE a Il regno delle aurore magiche,
DUDU & DUDINA)